domenica 10 gennaio 2010

Recensione 3°: ... Qualcuno volò sul nido del cuculo ...

Regia: Milos Forman
Sceneggiatura: Bo Goldman, Lawrence Hauben
Attori: Jack Nicholson, Louise Fletcher, Will Sampson, Alonzo Brown
Paese: Usa 1975
Genere: Drammatico
Durata: 125 minuti

"Qualcuno volò sul nido del cuculo" è forse uno dei film più belli mai realizzati. Beh, forse oggi a distanza di più di 30 anni sembra un po' scontata come affermazione, ma vi assicuro che per giudicare una pellicola del genere il tempo trascorso è irrilevante. Girato nel 1975 da un visionario come Milos Forman, prende di petto un argomento che fino ad allora non era mai stato trattato in maniera così esplicita sullo schermo. Tratto dal romanzo di Ken Kensey il film narra la storia di Randle Patrick McMurphy (Jack Nicholson), un detenuto che arriva in un ospedale psichiatrico statale per essere vagliato. Nonostante sia lampante che la condizione mentale del detenuto non presenti anomalie, McMurphy sta al gioco fingendosi pazzo per scampare ai campi di lavoro. Ma una volta entrato scoprirà che il suo piano non è stato poi cosi geniale, perchè una volta etichettato come “pazzo” dovrà rimanere nella struttura finché i medici non lo riterranno “guarito”. Fin da subito mette in mostra la sua vena anticonformista e il suo disprezzo per quelle regole che gli sembrano così assurde ed insensate, portando scompiglio in tutta la struttura, rendendo difficile il lavoro di medici e infermieri.
Con il passare del tempo riuscirà a ribaltare le abitudini dei suoi compagni di sventura, rendendoli più capaci e sicuri in se stessi. Nonostante la malattia, li metterà al suo stesso livello, facendo sparire quell'alone di superiorità che troppo spesso è usato nei confronti dei malati psitici. Ma dulcis in fundo troverà un grande amico (Grande Capo Bromden aka Will Sampson) che come lui usava come scusa la malattia mentale, ma in modo decisamente differente...
Vincitore di ben 5 premi Oscar il film tratta argomenti sempre attuali che spesso vengono accontonati, come i diritti dell'individuo, il disagio psichico, la follia, l'handicap, e la malattia mentale in rapporto con la società. La performace di Jack Nicholson è sublime, infatti suo uno degli oscar assegnati, anche se a mio avviso il personaggio che più colpisce è quello messo in scena da Will Sampson (Grande Capo Brondem) che alla fine strappa una lacrima anche ai veri cuor di leone.
Spettacolari anche le interpretazioni dei grandi Danny DeVito e Vincent Schiavelli nelle parti di 2 semplici “pazzi”. Detto questo che posso aggiungere... sceneggiatura da Oscar, regia da Oscar, attori da Oscar e film da Oscar! Non posso che consigliarvi questa pietra miliare del cinema, considerato da me uno dei film più belli ed emozionanti degli ultimi 50 anni.

2 commenti:

  1. Veramente un cast stellare per questo film, claustrofobico da morire, il bianco delle pareti del sanatorio dopo poche sequenze inizia a soffocarti!
    Consiglio, a chi fosse interessato al tema della "pazzia" (o presunta tale) il film di Park Chan Wook : "I'm a cyborg, but that's ok" largamente ispirato a questa pellicola nella scelta tematica ma con una vena umoristica ed una divertente storia d'amore.

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